L’allarme è arrivato da Milano, ma la situazione è la stessa in molte altre città italiane: i livelli di smog che si sono stati registrati nelle ultime settimane sono arrivati a quote altissimi, scatenando la preoccupazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, attenta da anni agli effetti che l’inquinamento può avere sul nostro organismo.
Lo stato dell’aria di Milano è emblematico per tutta Italia. L’assenza di pioggia e neve, in particolare, ha fatto salire il tasso di inquinamento alle stelle, costringendo di riflesso le autorità ad intervenire con le classiche misure anti-smog, poi estese anche alle altre province lombarde.
Ma le segnalazioni non si fermano certamente alla sola Lombardia: Roma, Napoli, Palermo, Bologna sono solo alcuni degli esempi di città letteralmente invase dall’aria cattiva e i cui abitanti sono costantemente sottoposti ad agenti inquinanti che ne minano la salute. Oltre quindi alle autorità locali, ad alzare la guardia è stata, come già accennato, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quest’ultima si batte da sempre per ridurre i rischi alla salute più legati all’inquinamento, raccomandando di porre limiti più stringenti per il controllo degli agenti inquinanti rispetto a quelli suggeriti dall’Unione europea, e indicando possibili interventi per il miglioramento della situazione mondiale.
L’Oms ha inoltre di recente avviato un processo di aggiornamento delle ormai datate linee guida sulla qualità dell’aria rilasciate nel 2006, in modo da supportare e guidare gli Stati membri all’implementazione delle nuove direttive. Ma ad oggi quanto viene fatto non basta.
Secondo le ricerche dell’organismo internazionale circa il 90% delle morti per inquinamento è avvenuto in paesi a reddito medio-basso, i due terzi nel Sudest asiatico e nel Pacifico occidentale. Ma anche i paesi più sviluppati, dove, almeno sulla carta, è maggiore l’attenzione per la salute dei cittadini, hanno pagato a caro prezzo la corsa sfrenata alla produzione industriale e alla crescita economica: in America i morti sono stati 93000, mentre in Europa si è raggiunta la cifra record di 190.000 di decessi.
Il 94% di questi ultimi, secondo i ricercatori dell’OMS, è dovuto a malattie non trasmissibili: malattie cardiovascolari, ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva e cancro ai polmoni. In Italia i morti per queste cause sono circa 21mila (6.400 per cancro ai polmoni, 5.800 per ictus, 8.300 per malattie cardiovascolari).
La zona maggiormente inquinata secondo gli esperti dell’OMS sarebbe proprio quella maggiormente industrializzata che va dalla Lombardia alla pianura Padana. Occorre muoversi alla svelta, per il bene della nostra salute.